venerdì 1 gennaio 2016

Capitano d’Artiglieria PIANGIOLINO Pietro – classe 1895

Come spesso è già capitato, è stato possibile ricostruire e ricordare la storia di questo uomo d’armi grazie al fortuito ritrovamento di una singola foto anonima, ritrovamento che avuto seguito in altre tre diverse circostanze; ottenuto il nominativo del Capitano è iniziata la ricerca, conclusasi con l’ottenimento dello stato di servizio da parte del Ministero della Difesa.

La prima foto raffigura il nostro personaggio in una elegante uniforme mod.903 con alamari molto simili a quelli dei CCRR e inizialmente mi aveva fatto pensare potesse appartenere effettivamente al corpo della Benemerita, cosa non possibile per la mancanza di stellette al bavero. L’unica soluzione, a questo punto, è che si trattasse dell’uniforme di un Ufficiale delle Guardie Municipali. Grazie all’aiuto dell’amico Pietro Pipoli, uno dei massimi esperti in fatto di storia dei corpi di polizia municipale, ho avuto conferma della seconda ipotesi e , grazie ad un metodo quasi investigativo e alla collaborazione della Polizia Municipale di Taranto, un possibile nome da attribuire all’Ufficiale: Pietro Piangiolino.
Nome che ha avuto conferma con il ritrovamento, quasi consequenziale di altri 3 piccoli lotti di fotografie appartenute alla famiglia del Piangiolino, e che lo ritraggono in uniforme dai primi giorni del suo servizio nel Regio Esercito fino alla fine del suo servizio.
Pietro Piangiolino nacque a Taranto il 9 settembre del 1985 da Leonardo e  Maria Grazia Semeraro.
Il 30 settembre del 1914 è soldato volontario allievo Ufficiale nel 3° Reggimento Artiglieria da Fortezza, poi Caporale, fino a diventare Sergente nel 1° Reggimento Artiglieria da Campagna (30 aprile 1915).  Nel luglio dello stesso anno viene promosso Sottotenente di Complemento dell’Arma di Artiglieria e destinato , come incarico di prima nomina, al 35° Reggimento Artiglieria da Campagna.
Encomio solenne “Perché a lenire la sventura e a porre riparo ai danni che colpivano la città di Bari per l’alluvione del 3 settembre 1915 con zelo, sacrificio ed entusiasmo prestava la sua opera generosa, dando prova di alto sentire nell’adempimento dei propri doveri di soldato e di cittadino (ordine del presidio di Bari 24 ottobre 1915)
il 15 novembre viene destinato alle truppe mobilitate in zone di guerra presso il 45° reggimento Artiglieria da Campagna. Partecipò attivamente alla battaglia degli Altipiani o Strafexpedition (15 maggio e il 27 giugno 1916) e in seguito a questi eventi venne decorato di MAVM con la seguente motivazione:
«Ufficiale di batteria in combattimento, sottoposto a violento fuoco di artiglieria nemica di medio e grosso calibro, pur essendo ferito non volle farsi medicare, ed avendo perduto molti dei suoi soldati, si occupò personalmente, sempre sotto intenso fuoco, a riattare i cannoni colpiti, onde poter proseguire, presto e violentemente, il fuoco con i serventi superstiti. Monte Costalunga (Asiago), 8 giugno 1916»


In divisa col grado di Tenente

Il 18 marzo del 1917 viene promosso Tenente ed in seguito  comandato a frequentare il corso di istruzione artiglieri a Fornovo (PR) dove, presumibilmente, conosce la sig.ra Amolini Augusta che sposerà a Pavia il 28 aprile del 1921.

Una foto di gruppo scattata in un prestigioso Atelier fotografico di Taranto (Piangiolino è il primo sulla destra)


Il 21 luglio del 1923 viene destinato al Distretto Militare di Taranto e promosso Capitano.
in divisa mod. 33 da Capitano di Artiglieria

In seguito il Capitano Piangiolino divenne Comandante delle Guardie Municipali della Città di Taranto dalla fine degli anni ’30 a gli anni ’50. Ricoprì, inoltre, e per ben due mandati, il prestigioso ruolo di Priore dell’Arciconfraternita del Carmine di Taranto ( 1952-1953 e 1962 -1971)


con l'uniforme da Comandante delle Guardie Municipali di Taranto
Si ringrazia:
il Sig. Giovanni Pugliese
il Sig. Pietro Pipoli

il Corpo di Polizia Municipale del Comune di Taranto

domenica 22 febbraio 2015

Soldato dei Reparti Chimici PEPE Alessandro Gerardo

Talvolta, quando ogni altro ricordo è andato perduto, giungono a noi frammenti di storie dimenticate: sono fotografie, spesso confuse, che se ordinate e lette attentamente possono raccontarci con dovizia di particolari la vita di un uomo!
E' questo il caso del Soldato Alessandro Gerardo Pepe, nato a Muro Lucano (PZ) e arruolatosi nel regio esercito nei corpi per la guerra chimica, riordinati cronologiamente gli scatti e lette le numerose didascalie che dietro di essi ha scritto di proprio pugno, è facile avere un'idea della sua lunga avventura! Scriverò poco e riporterò le parole dello stesso Soldato Pepe...il resto lo faranno le foto:

In tempo di Pace
 Nel 1926 fu costituita una Unità sperimentale del Servizio chimico militare. Nel 1934 questa Unità prese il nome di Reparto chimico, nel 1936 fu denominato con il solo appellativo di Chimico. Fu sciolto nel 1943 a seguito dei fatti che determinarono l'armistizio.
Fonte:http://www.regioesercito.it/


Aurelia 1934

Aurelia 1934

Aurelia 1934

C.Vecchia 28-7-35 ricordo del campo

C.Vecchia 28-7-35 "ricordo del campo"
L'avventura africana
 
Nel 1935, il nostro Soldato lascia l'ltalia per partecipare all'impresa coloniale di conquista dell'Impero


"Fotografia fatta insieme al mio caro fratelo Alessandro un'ora prima che lasciasse il Patrio suolo, imbarcato per l'AO a portare laggiù luce e civiltà della Roma Eterna. Tonino"
Messina 27 ottobre 1935 XIII
Messina 27-9-35 XIII
"Sosta del Piroscafo Colombo in rotta per la Somalia Italiana AO"

 Eccolo Giunto nel corno d'Africa


E subito al lavoro mettendo in pratica gli insegnamenti del padre falegname
Mogadiscio5 dicembre 35 XIV Ai miei cari con affetto e riconocenza - Gerardino









Non passa molto tempo perchè si ambienti e prenda confidenza con la popolazione locale

Somalia Italiana - In terra senza panorama con l'unico sfondo del deserto, in mezzo agli indigeni il colore della mia pelle è in armonia con il loro nero naturale. Mogadiscio , maggio 36 XIV





Ecco alcuni scatti di cerimonie di cui è stato testimone e protagonista:
La prima è purtroppo un fatto luttuoso, si tratta dei funerali del Sottotenente Pilota della Regia Aeronautica Tito Minniti e del sergente Silvio Zannoni, catturati in seguito all'abattimento del velivolo col quale stavano effettuando una ricognizione su Dagabur. I due militari, riusciti a scampare allo schianto si difesero strenuamente con la mitragliatrice di bordo dell'apparecchio ormai distrutto, Zannoni morì durante il comabttimento, il Sottotenente Minniti venne catturato e portato presso il villaggio di Bolai, qui venne torturato, evirato e decapitato...la sua testa venne infilzata su una lancia e portata in giro in una macabra processione.

Dopo essere state asposte al pubblico per un'intera giornata, le salme vengono trasportate al camposanto accompagnate da tutte le alte autorità e da una folla immensa di popolo

Le salme dei gloriosi eroi e martiri: Sottotenente Minniti e Sergente Zannoni arrivano a Mogadiscio poggiate su di un affusto di cannone e trainate da un trattore.


Ecco la motivazione della Medaglia d'Oro al valore militare concessa al Sottotenente Minniti:
«Ardito e provetto pilota, in lunghi voli di ricognizione su territorio nemico, dava costante prova di tenacia, fermezza e sprezzo del pericolo. Portava per primo nei giorni 21 e 26 novembre 1935, l'Ala tricolore nel cielo di Giggica e Harrar, ultimando e portando a compimento la sua ardita missione nonostante le proibitive condizioni atmosferiche. Il giorno 26 dicembre, partito in volo dal campo di Gorrahei per ricognizione su Dagabur, veniva colpito all'apparecchio da violento fuoco di reazione antiaerea che lo costringeva ad atterrare nelle linee nemiche. Anziché sottomettersi ad una massa imbaldanzita accorsa per catturarlo, affiancatosi al suo sottufficiale, preferiva ingaggiare una titanica ed indomita lotta. Soverchiato dal numero e dalla ferocia del barbaro nemico perdeva gloriosamente la vita. Fulgido esempio di elevate virtù militari, fiero spirito di sacrificio e d'italico indomito valore. Dagabur, 26 dicembre 1935»

Queste invece si riferiscono alla festa dello statuto, riprendono lo sfilamento di mezzi e uomini davanti al palazzo del Governatore a Mogadiscio

La sfilata con maschera indossata. la presente è stata presa al passaggio per davanti al palco da dove assiste S.E. il Governatore. - Mogadiscio , Festa dello Statuto 36 XIV

Sfilano i nostri automezzi attrezzati con i manovratori che indossano il vestito antipritico e maschera. -Mogadiscio, Festa dello Statuto 36 XIV

Alla fine della guerra contro l'Abissinia Pepe fece probabilmente  ritorno al proprio paese d'origine dove svolse la professione di falegname, così come riportato nelle tessere dell'associazione combattenti e reduci.

Il secondo conflitto mondiale e la prigionia
Forse allo scoppio della seconda guerra mondiale o forse già da prima si trovava a Rodi, isola dell'Egeo e possedimento dell'Italia.
Calato (Egeo) 7/? 40 XVIII


Rodi(Egeo) febbraio 41 XIX
Gennaio 43 (in compagnia d un fante del 9° Reggimento Fanteria Regina
Gennaio 43 XXI Ai miei con indicibile affetto Gerardino
Il proclama della firma dell'armistizio con l'esercito Alleato colse del tutto impreparati gli uomni delle forze armate che presidiavano l'isola di Rodi, dopo i primi giorni di stasi, anche a causa del ritardo di ordini dall'Italia e all'allungarsi dei tempi di attesa di aiuti da parte degli inglesi, il comando Italiano si arrende ai Tedeschi. La resa venne mal digerita da molti soldati che nei giorni precedenti avevano invece ben difeso le postazioni assegnate. Alcuni soldati e Ufficiali provarono a fuggire per evitare la prigionia, molti morirono nel tentativo, vi furono alcune fucilazioni, molte sommarie, ma il maggior numero di militari venne fatto prigioniero, chi non trovò la morte a causa di incidenti e affondamenti  nel tragitto fu internato in campi di prigionia in Germania e nei territori da essa controllati.

Questa la sorte che toccò al soldato Pepe. Non abbiamo notizie di  come trascorse gli anni di prigionia, ci rimangono solo pochi scatti presi a Gumbinnen nella Prussia Orientale, in attesa di partire...lascerà quel limbo il 20-9-45 e giungerà in Italia il 21-10-45, chissà dopo quali peripezie...

Gumbinnen (Prussia Orientale) settembre 45 - in attesa...



Marco Arena

venerdì 25 aprile 2014

Soldato Carmine di Girolamo – Classe 1917



Carmine di Girolamo nacque a Loreto Aprutino (PE) il 17-09-1917.  Inquadrato nel 158° Reggimento Fanteria “Liguria” partì da Napoli alla volta dell’Africa Settentrionale, era il 1939. In Cirenaica, sede del reggimento,  fu protagonista di un singolare aneddoto: durante una gara di tiro il suo fucile si inceppò e il soldato a lui vicino centrò al suo posto il bersaglio, questo gli valse il  distintivo di tiratore scelto. Sempre in questo periodo, ricorda, era solito scambiare con i nativi le proprie sigarette in cambio di banane e datteri.

I racconti delle azioni di guerra non sono molti, già nel 1940 (1941 ? ndr) cadde prigioniero degli Inglesi e mandato in un campo nella regione di Bangalore, India. Anche qui sono numerosi gli aneddoti raccontati dal soldato ai suoi eredi, come quello in cui riuscì, aiutato da alcuni commilitoni di ritorno da lavori all’esterno del campo, ad  introdurre all’interno dello stesso una capra. I soldati, preso “sotto braccio”l’animale al quale avevano prestato chi un berretto, chi una giacca e serrato l’eterogeneo gruppo, lo portarono nel campo sotto gli occhi delle sentinelle inglesi, e qui lo nascosero. Imparò a giocare a dama e questo divenne il passatempo principale all’interno del campo;  in un altro frangente , trovato un dizionario, iniziò a studiare la lingua inglese…per poi accorgersi molto tempo dopo che quello era in realtà un dizionario di tedesco.

Il Soldato di Girolamo fu rimpatriato nel 1946, in seguito alla prigionia fu ricoverato a Roma per un’infezione che gli costò l’asportazione di un rene.

mercoledì 26 marzo 2014

Storie con le Stellette: Maggiore dei CC RR Ugo de Carolis MOVM

Storie con le Stellette: Maggiore dei CC RR Ugo de Carolis MOVM

Maggiore dei CC RR Ugo de Carolis MOVM



Maggiore dei CC RR Ugo de Carolis MOVM

Ugo De Carolis nasce a Caivano il 18 marzo 1899, penultimo dei sette figli (sei maschi e una femmina) di Federico dei marchesi de Carolis, alto magistrato, e di Beatrice Fossataro.
Due fratelli maggiori, Enrico e Paolo, morirono durante la
prima guerra mondiale.
Ugo, diciottenne, partecipò al primo conflitto mondiale con il grado di sottotenente nel XII reparto d'assalto sul fronte del
Piave, e in giugno prese parte al combattimento di Lasson; ricevette la medaglia d'argento al valore militare e la promozione a tenente.

Nel 1921 passò nell'Arma dei Carabinieri e fu a Trento e a Trieste; nel 1934 fu assegnato alla Divisione Carabinieri della Tripolitania. Lo stesso anno, rientrato a Roma, fu promosso capitano. Conobbe nel 1935 Rosa Marturano che sposò a Taranto, nella Cattedrale di San Cataldo il 3 luglio del 1937 .
Nel
1936 De Carolis partì volontario per la Somalia, dove partecipò all'offensiva dell'Ogaden, distinguendosi nella conquista di Gunu Gadu e conseguendo la medaglia di bronzo al valor militare. L'anno seguente nasce il primogenito, Paolo; in seguito nasceranno i gemelli Nicoletta ed Enrico. Nel maggio 1942, De Carolis viene promosso Maggiore dei Carabinieri e destinato al Comando presso la Commissione italiana di armistizio con la Francia.

L'8 settembre del 1943 Ugo de Carolis presta servizio a Torino, ma in seguito all'armistizio rientra a Roma, e entra in contatto con il Fronte Militare Clandestino. Viene nominato Capo di Stato Maggiore del Fronte Clandestino di Resistenza dei Carabinieri, passa nella clandestinità ed è attivissimo nella resistenza romana.
Nonostante penda su di lui una taglia di cinquantamila lire, De Carolis continua a spostarsi con un lasciapassare falso intestato a Roberto Tessitore.

Nel gennaio del 1944, in seguito a una delazione, viene catturato dalla Gestapo insieme al capitano Raffaele Aversa, a casa del colonnello Giovanni Frignani, che aveva arrestato Mussolini. Tutti e tre vengono torturati dai nazisti del colonnello Herbert Kappler nell' edificio di via Tasso .
Il
23 marzo 1944 una bomba esplode in via Rasella mentre sta transitando un reparto di militari tedeschi; ne moriranno in tutto trentatre.
Il comandante supremo delle Forze armate tedesche in Italia Kesselring ordina di uccidere dieci italiani per ogni tedesco. A morire saranno i detenuti di via Tasso e di
Regina Coeli .
Le vittime italiane, quindi, devono essere trecentotrenta ma ne vengono aggiunte altre cinque; in tutto saranno trecentotrentacinque. Il
24 marzo dalle ore 15.30 alle 20.00 i prigionieri, tra cui Ugo De Carolis, vengono uccisi nelle Fosse Ardeatine.


Motivazioni delle Medaglie al Valore Militare


Medaglia d’Argento al VM:

“In ripetute giornate di lotta, prima alla testa del suo plotone e poi quale comandante volontario di varie pattuglie di combattimento, compì brillantementele sue mansioni, battendosi con valore e riportando utili informazioni. Ferito al capo, mentre animosamente era riuscito a fugare un gruppo di mitraglieri nascosti nel grano, continuava nella lotta, resistendo agli inviti di recarsi al posto di medicazione dove poi fu trasportato per esplicito ordine del suo comandante.                                       
 Fossetta e Capo d’Argine (Piave) 17-18 giugno 1918”


Medaglia di Bronzo al VM:

“Comandante di una centuria carabinieri reali autoccarata, la guida con slancio, valore e perizia durante un aspro combattimento, contribuendo validamente all’esito vittorioso dell’azione.                                                        Gunu Gadu 24 aprile 1936”

Medaglia d’Oro al VM

“Capo di S.M. del Comando dei CC.RR. del fronte militare della resistenza diede tutto se stesso all’organizzazione. Sprezzante dei gravissimi rischi cui si esponeva, affrontò impavido i pericoli e le insidie della polizia nazifascista che lo perseguitava e lo ricercava. Arrestato dalla « Gestapo », subì per due mesi nelle prigioni di via Tasso le più inumane torture per mantenere il segreto dell’attività clandestina dei CC.RR. Martoriato, con lo spirito fieramente drizzato contro i nemici della Patria, piegava il corpo solo sotto la mitraglia del plotone di esecuzione. Fronte della Resistenza - Fosse Ardeatine, ottobre 1943 - marzo 1944.”